Sicuramente tutti gli amanti dei cani sanno di cosa stiamo parlando quando parliamo di levrieri: la maggior parte richiama alla mente un greyhound, alto e snello, a pelo raso, o un levriero afghano, con il pelo lunghissimo e setoso.
Il levriero è tra le razze più antiche, alcuni si azzardano a dire che sia addirittura la più antica, la razza che la leggenda vuole che Noè portò con sé sull’arca: elegante, aggraziato, snello e veloce.
In realtà i levrieri sono tanti, di tanti tipi e diffusi in tante parti del mondo: greyhound, wolfhound, galgo, afghani, borzoi e tanti altri; ognuno con la propria personalità e le proprie caratteristiche.
Sono molti in Italia gli amanti e cultori delle diverse razze che, con i loro compagni bellissimi, partecipano a gare di bellezza senza nemmeno dover troppo curare un cane cui la natura ha donato un aspetto regale. Quello che purtroppo in Italia è poco noto è che i levrieri, soprattutto greyhound (levriero inglese), galgo (levriero spagnolo) e lurcher (cani nati dall’incrocio di due levrieri o di un levriero e un cane da pastore), sono razze largamente e crudelmente sfruttate in alcuni paesi del mondo.
In Irlanda e Inghilterra le corse di cani, e in Spagna la caccia a vista, sono legali, considerate parte di una normalità “sportiva”, di una realtà integrata come da noi quella calcistica; la differenza è che non ci sono persone a correre dietro ad un pallone, ma animali innocenti che non hanno modo di esprimere il loro disagio e l’enorme tortura a cui sono sottoposti giorno dopo giorno dall’industria delle corse e della caccia a vista.
Pet Levrieri è una ONLUS nata nel 2013 che si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dello sfruttamento dei levrieri e di far adottare quella, ancora piccolissima, percentuale di levrieri che riescono a sopravvivere alle dinamiche di eliminazione dell’industria delle corse.
I numeri non lasciano spazio all’interpretazione o ad ipotesi. Si stima che i levrieri uccisi nelle isole britanniche siano circa 20.000 ogni anno, 50.000 quelli uccisi in Spagna, ma si tratta di stime in difetto e di dati ufficiosi, perché nessuno ha interesse ad avere una contabilità precisa.
In Europa, l’industria delle corse è strutturata in due potenti organizzazioni, l’IGB in Irlanda e il GBGB in Gran Bretagna, e ha interessi economici per miliardi di euro. Nella sola Irlanda nel 2011, il racing ha generato 500 milioni di euro per il Tesoro e dà lavoro a circa 11.000 persone, su una popolazione di circa 4.000.000 di abitanti.
La carriera di un greyhound utilizzato per le corse dura in media 2 o 3 anni, e alla fine anche i campioni, quelli che hanno fatto guadagnare il loro proprietario, quelli che hanno sempre vinto, conoscono la morte, l’abbandono o una vita da fattrici, a far cucciolate fino allo sfinimento.
I modi per sopprimere i greyhound sono svariati. Una puntura è il modo meno traumatico, ma è un procedimento costoso. Spesso vengono freddati con un colpo di pistola, seppelliti in fosse comuni, come scoperto di recente a Limerick, abbandonati nelle campagne con fratture e museruola, in alcuni casi impiccati, in altri bruciati.
In molti casi prima di essere uccisi o abbandonati vengono mutilati in modo da eliminare il tatuaggio che hanno nelle orecchie.
La sorte dei galgo in Spagna non è diversa: una volta raggiunti i 2 o 3 anni, essendo troppo vecchi per la caccia, i cani vengono semplicemente eliminati.
La cosa che ancora più lascia attoniti davanti a questo vero e proprio massacro è che i levrieri, un tempo cani riservati alla nobiltà, destinati ad una vita di agi, proprio per via del loro aspetto fiero ed elegante, siano giunti oggi a non essere più considerati animali da compagnia: in Spagna il levriero è per cacciare, in Irlanda ed Inghilterra per correre. Nessuno, o quasi nessuno, si sognerebbe mai di prendere un levriero come compagno.
Questo dato sconvolge maggiormente se si pensa al carattere di questi splendidi cani: socievoli, tranquilli e assolutamente adattabili a qualsiasi situazione. Un levriero è un animale che capisce il suo proprietario, ha una fine intelligenza emotiva, l’empatia tipica dei cani, e un discernimento quasi umano.
Sono cani buffi, nonostante l’aspetto altero, sono dei coccoloni, nonostante si sostenga il contrario, e sono molto intelligenti. Sono mansueti, mai aggressivi verso l’essere umano, nonostante tutto quello che patiscono.
In quanto all’essere predatori, lo sono. Come qualsiasi altro cane da caccia. Come qualsiasi altro animale che vede una preda, ne più ne meno.
La condizione minima e basilare con cui la nostra associazione si pone nel tentativo di fare il più possibile per aiutare questi sfortunati animali è quella di non scendere a compromessi con chi li sfrutta: nessun finanziamento dall’industria delle corse; nessun aiuto dall’industria delle corse o da chi la finanzia direttamente o indirettamente.
Il viaggio dei cani viene gestito dall’associazione, che chiede un contributo spese agli adottanti (le spese di viaggio sono giustificate qui: http://www.petlevrieri.it/2013/11/30/donazione-minima-per-adozione/) per poter coprire almeno una parte dei costi di un viaggio che richiede giorni e che viene effettuato secondo i massimi standard di benessere e sicurezza.
I cani viaggiano su un furgone attrezzato, dotato di aria condizionata e gabbia sufficientemente grandi per far viaggiare i cani in tutta comodità e tranquillità.
Tutte le informazioni di cui si ha bisogno per capire meglio il mondo dei levrieri e lo sfruttamento cui sono soggetti sono reperibili sul sito: www.petlevrieri.it
Il sito viene aggiornato costantemente con profili dettagliati dei cani bisognosi di adozione; per richiedere un’adozione è necessario compilare un modulo apposito reperibile qui: http://www.petlevrieri.it/modulo-di-adozione/
Una volta compilato il modulo, uno dei volontari contatterà il potenziale adottante per fissare una visita di controllo preaffido, a seguito della quale si deciderà se sussistono le condizioni per l’adozione.
Gli arrivi sono sempre una festa: gli adottanti vengono a prendere i loro futuri compagni di vita, durante una giornata sempre carica di emozioni per tutti, sia per chi adotta che per chi ha già adottato.
Adottare un levriero non significa adottare un cane di una razza particolare, preferendo l’adozione all’acquisto; l’adozione di un levriero è un atto di umanità come l’adozione di qualsiasi altro cane, con il quale si accetta di prendere con sé un cane che ha vissuto esperienze non felici, che può’ conservare dei traumi, che può non essere facile all’inizio. Queste informazioni vengono fornite prima dell’adozione, l’adottante viene informato in toto in merito al cane che ha scelto di adottare, sia per quanto riguarda i pregi che i difetti. La pazienza è l’ingrediente segreto per i primi tempi. Una pazienza che viene ampiamente ripagata da un amore grande e incondizionato, che non ha prezzo.